Lago del Purgatorio – Cronaca di una esplorazione speleosubacquea
Di Luca Alivernini (Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico)
Domenica 1 febbraio 2015 tentiamo l’esplorazione speleosub nel sifone di acque sulfuree del ramo del Purgatorio della Voragine delle Balze di Cristo a Cerchiara di Calabria. Due settimane prima, in apnea, avevamo individuato una possibile prosecuzione
Arrivati sul fondo del pozzo ed attraversata la breve galleria che conduce al piccolo salto prima del laghetto ci accorgiamo che la grotta è in piena. Il lago terminale, infatti, si è decisamente alzato di livello ed ora è tanto esteso che occupa integralmente l’ambiente dove solitamente scorre il ruscelletto che lo alimenta. Anche dalle pareti viene giù abbondante acqua di stillicidio.
L’acqua del lago è limacciosa e la sua temperatura anormalmente bassa; solo 22° a dispetto degli oltre 36° che avevamo registrato alla punta precedente. Segno inequivocabile che c’è un grosso apporto di acque meteoriche, decisamente più fredde rispetto a quelle sulfuree. Non c’è neanche un posto decoroso per preparare l’attrezzatura.
Le condizioni ambientali non sono certo ideali ma decidiamo comunque di tentare qualcosa, anche perché l’acqua del sifone è sempre decisamente torbida
La discesa che conduce al laghetto è piena di fango e scivolosa. Riusciamo però ad individuare un punto, ampio non più di mezzo metro quadrato, purtroppo anche sotto abbondante , e lì comincia la vestizione.
Dopo circa un’ora tutto è pronto e mi immergo. La luce delle torce si rifrange contro lo strato di fango in sospensione; la visibilità fin da subito è nulla. A tentoni comincio a saggiare la parete che si trova all’estremità opposta rispetto alla sponda del laghetto.
Mi immergo per ben 5 volte tastando la parete per cercare di individuare un passaggio che ci porti dall’altra parte ma riesco solamente a recuperare una corda che era stata lasciata due settimane prima. A tastoni individuo quello che sembra un passaggio ma probabilmente è solo una rientranza perché non mi porta da nessuna parte. La massima profondità che raggiungo è di 3 metri oltre i quali le mie ginocchia si piantano letteralmente sul fondo fangoso.
Dopo 30 minuti di tentativi vani non è più il caso di insistere. Se ne riparlerà con un livello idrico più basso.