Il massiccio di Campo dei Fiori, in provincia di Varese, è un’area meno nota rispetto ad altri carsi lombardi, ma le sue grotte custodiscono fenomeni geologici di grande interesse e regalano agli speleologi che le percorrono scorci d’indubbio fascino. Senza dimenticare che i margini esplorativi dell’area sono tutt’altro che esauriti!
Durante il test di tracciamento in Campo dei Fiori le sorgenti sono state attrezzate con spettrofluorimetri in continuo; al monitoraggio spettrofluorimetrico è stato affiancato quello tramite fluorocaptori in carbone attivo. Confrontati i risultati con la curva di restituzione ricavata dagli spettrofluorimetri, gli esiti sono stati soddisfacenti: le “curve di restituzione” delineabili con i dati dei captori sono coerenti con quelle prodotte dagli spettrofluorimetri in continuo. Questi esiti possono avere interessanti conseguenze sulle tecniche di utilizzo e di analisi dei fluorocaptori nei contesti nei quali non possono essere utilizzati gli spettrofluorimetri.
Nel diagramma che segue (clicca per ingrandirlo) l’asse delle x è relativo al tempo dall’immissione (in minuti); quello delle y rappresenta le concentrazioni del tracciante (Tinopal) rilevate dallo spettrofluorimetro (in azzurro) e nei captori (in blu) presso il Fontanone di Barasso.
di Alessandro Uggeri – Notizia completa sulla rivista
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