Le grotte custodiscono il passato… e talvolta, attraverso i reperti che restituiscono, possono narrare storie vecchie di molte migliaia di anni. E’ questo il caso della grotta dell’Angelo a Pertosa, dove scavi condotti sin dalla fine dell’Ottocento hanno portato alla luce una grandissima quantità di reperti e rivelato la presenza di un doppio livello di strutture palafitticole sovrapposte. Si tratta dell’ennesima – e in questo caso eccezionale – testimonianza dello stretto legame tra uomo e grotte…fin dalle epoche più remote!
di Felice Larocca – articolo completo sulla rivista
-
-
Incisione a stampa settecentesca che ritrae il territorio circostante l’imbocco delle Grotte di Pertosa, riconoscibile per una fuoriuscita impetuosa di acque da una balza rocciosa (opera di Claude-Louis Châtelet).
-
-
Veduta della cosiddetta “palafitta superiore”, scoperta grazie ai primi scavi condotti nell’antegrotta (da Patroni 1899).
-
-
Firme su parete rocciosa degli esploratori della Società Alpina delle Giulie di Trieste. Oltre all’indicazione dell’anno, il 1926, si legge “De Vecchi, Malusà, Cesca”
-
-
L’edicola dedicata all’Arcangelo Michele, come si presenta oggi sulla banchina presso l’ingresso della grotta. Sotto questo tabernacolo si conserva l’intera stratigrafia archeologica delle Grotte di Pertosa, sigillata dalla stessa costruzione
-
-
Resti dei sostegni verticali della palafitta inferiore come si presentano oggi sul fondale del torrente. Queste strutture, tratte da tronchi e grossi rami di quercia, possiedono in media un’antichità di 3500 anni da oggi
-
-
Resti dei sostegni verticali della palafitta inferiore come si presentano oggi sul fondale del torrente. Queste strutture, tratte da tronchi e grossi rami di quercia, possiedono in media un’antichità di 3500 anni da oggi
-
-
Resti dei sostegni verticali della palafitta inferiore come si presentano oggi sul fondale del torrente. Queste strutture, tratte da tronchi e grossi rami di quercia, possiedono in media un’antichità di 3500 anni da oggi
-
-
La gran parte delle strutture palafitticole superstiti è oggi completamente sommersa dalle acque del torrente. Per valutare la loro posizione gli archeologi utilizzano bandierine segnalatrici
-
-
Veduta dell’antegrotta in duplice veste: con l’invaso idrico artificiale in condizioni di “tutto pieno” e con lo stesso completamente svuotato