Nel corso dell’Ottocento furono organizzati lunghi viaggi di conoscenza ed esplorazione geografica. Sulle navi si imbarcavano biologi, naturalisti, geologi e uomini di scienza che avevano il compito di osservare, interpretare, descrivere e documentare ciò che scoprivano nelle lontane terre raggiunte. In quest’ottica oggi la speleologia diventa metafora di questi viaggi e gli speleologi possono essere paragonati a un equipaggio multi-specialistico che si addentra nelle viscere della terra, investito della responsabilità di riportare in superficie la documentazione di ciò che hanno scoperto e osservato.
All’epoca della foto analogica pochi scattavano in grotta, sia per i costi delle apparecchiature, sia perché era possibile vedere i risultati solo dopo lo sviluppo dei negativi. Con l’avvento del digitale, è ora possibile disporre di strumenti pratici ma qualitativamente efficienti. Certo non saranno foto da copertina di National Geographic e nemmeno di Speleologia! ma tra gli scatti curati nei dettagli realizzati da un’equipe fotografca con mezzi e strumenti ricercati e la foto scattata a caso con lo smartphone, riteniamo ci sia un ampio margine per le foto “documentaristico – esplorative”: il ritratto dell’istante irripetibile o del luogo remoto che, almeno nel breve termine, non verrà ripercorso.
Vediamo qui una galleria di istanti irripetibili colti dall’autore.
Di Roberto Chiesa e Luana Aimar – Articolo completo sulla rivista
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Grotta della Giara (2017) – La gioia dei neofiti di fronte alle bellezze ipogee.
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Pis del Pesio (2014) – traverso sui tratti allagati che portano al sifone finale.
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Mottera (2011) – Campo interno utilizzato dal 1990!
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Abisso Denver (2015) – P40 d’ingresso rivestito di ghiaccio, temuto compagno all’ingresso e all’uscita dal sistema Cappà – Straldi – Denver – 18 – Belushi fino al settembre 2016 quando è clamorosamente collassato. Da all’ora l’ingresso al sistema avviene dal più articolato Abisso 18.
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Abisso Straldi (2015) – Il ritorno nelle gallerie finali dell’Abisso Straldi, venti anni dopo l’esplorazione, permette anche di rendere fruibili all’esterno queste meraviglie geologiche.
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Complesso Straldi-Cappà-Denver-18-Belushi (2015) – La giunzione Cappà–Straldi effettuata nel 1987 è salita alla ribalta per l’ardito passaggio sul P130. La giunzione però è sempre stata messa in discussione fino alla sua prima ripetizione del 2015!!
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Luna d’Ottobre (2012) – Allestimento campo interno a -500m di profondità.
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Abisso Belushi (2013) – La foto scattata al volo ritrae il momento del passaggio di testimone dal padre che esplora il Belushi da 25 anni, al figlio alla sua seconda esperienza nell’Abisso: lo assicura nella risalita verso la finestra che aprirà la seconda stagione esplorativa del sistema Cappà-Straldi-Denver-18-Belushi
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Mottera (2011) – Ipnotizzati dall’ignoto nella diramazione destra di Scisto Spazio.
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Abisso Belushi (2017) – Relax sotterraneo al nuovo campo nell’A-valle.
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Abisso Belushi (2017) – L’estasi dell’esploratore che varca la soglia dell’ignoto verso il nuovo fondo nell’estremo A-valle.
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Abisso Belushi (2017) – L’estremo fondo a-Valle, si trova a soli -550m dall’ingresso, ma per raggiungerlo si compiono oltre 900m di dislivello in 10 ore di progressione.
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Abisso Ventazzo (2017) – Verso l’ignoto che regala un meritevole by-pass verso il fondo.
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Abisso Ventazzo (2017) – Uno dei tanti fondi intermedi in zona remote e difficile da raggiungere, ovvero un lembo ipogeo che non verrà più rivisitato.
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Antro del Corchia (2017) – L’euforia incontenibile al bivio dell’ignoto.
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Arma del Tao (2015) – risalita con pubblico non pagante
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Complesso Straldi-Cappà-Denver-18-Belushi (2015) – Campo nelle gallerie Favujo, attrezzato tutto punto per ospitarci venti anni dopo l’ultimo utilizzo, ma nessuno ricordava fosse attrezzato!
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Complesso Straldi-Cappà-Denver-18-Belushi (2018) – Sulla soglia dell’ennesimo pozzo, nell’ennesima graditissima prosecuzione.
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Abisso Verzera – Dopo 20 ore di progressione/esplorazione/rilevamento/foto ci si adagia sfiniti presso quello che diventerà il passaggio della giunzione Abisso Verzera (o Mario Angeloni) e Complesso Fantozzi-Mottera, portandolo a 24km di sviluppo!
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Abisso Ventazzo (2017) – Seguendo il filo di cresta che si inabissa nella nuova grande prosecuzione di Goku a -400m dall’ingresso.