1950-2020: 70 anni di persone e azioni della Società Speleologica Italiana
Questo è l’ul-timo numero della nostra rivista prima del 2020, anno in cui la Società Speleologica Italiana compie settant’anni dalla sua fondazione. Settanta anni di una storia più grande di noi, di presidenti, consiglieri, speleologhe e speleologi che collaborano e supportano, ruoli che abbiamo ereditato e che ben presto passeremo ad altri. Spesso siamo costretti sul presente, dobbiamo dedicarci alle incombenze, siamo impegnati nella costante tensione tra il ruolo istituzionale e le esigenze del nostro corpo societario, con l’intento di salvaguardare l’ambiente ipogeo tutelando la possibilità di frequentarlo in modo corretto e consapevole. Eppure, anche nella quotidianità di quanto facciamo per la SSI, non possiamo non dare profondità al nostro pensiero, ricordare un lungo percorso e, al contempo, garantire la costante trasformazione che ci porta verso il domani.
Questa SSI, la Società Speleologica Italiana, è stata istituita nel giugno del 1950 al Museo di Storia Naturale di Verona e lo Statuto è divenuto atto legale a Pavia nel luglio dello stesso anno. I 33 soci fondatori hanno intuizione e coraggio. Non dimentichiamo che il nostro Paese era uscito da cinque anni da una guerra che avevano lasciato tragiche ferite sociali e macerie ancora presenti. Però nacque e prese forma l’idea di una Società che doveva essere utile alle realtà speleologiche esistenti. La figura del primo nostro Presidente è emblematica. Leonida Boldori si interessava di entomologia sotterranea e nel ruolo aveva raggiunto grande credibilità. Era riconosciuto per le capacità organizzative sul campo. Ed era ragioniere in un mulino. Non era un accademico, ma anche gli accademici lo delegarono a un ruolo che accettò, seppure riluttante. Boldori era una figura molto legata alla pratica sul campo e ne conosceva i problemi. Dal 1950 al 1955 la giovane Società Spe-leologica Italiana raccolse le adesioni della quasi totalità dei Gruppi Speleologici Italiani, ma, per 5 anni, non operò per non interferire con altri intenzioni e progetti, di una parte esigua, ma potente, del mondo accademico.
Nel corso del 2020 ricorderemo l’atto fondante della nostra Società in luoghi e mo-menti simbolici. Non posso dare, ora, un programma definitivo, ma ritengo saremo senz’altro al Museo di Storia Naturale di Verona e al XXIII Congresso Nazionale a Ormea (CN), quest’ultimo fortemente voluto e patrocinato da SSI anche per omaggiare il caro e ancora presente GB, che si terrà tra fine maggio e inizio giugno. Non saranno appuntamenti solo celebrativi ma potenti richiami a considerare SSI nel tempo, un invito ad approfondire la conoscenza di una storia che, orgogliosamente, ci appartiene. Questa storia deve continuare e, per questo, serve un costante ricambio di persone, l’apporto di sempre nuove energie.
Il 2020 è anno di elezioni. Servono candidate e candidati capaci di portare attitudini e passione, ca-pacità di fare squadra, di “continuare ad apprendere” nel fare esperienza. Serve una lista di candidature tra le quali le nostre socie e i nostri soci possano scegliere, per definire un nuovo organigramma societario. Mettersi in gioco è importante, si può essere eletti o meno, ma si contribuisce a dare continu-ità. Senza dimenticare che ci sono molteplici modi per collaborare con SSI su progetti, nelle commissioni, proponendo e supportando azioni e relazio-ni in Italia e a livello internazionale. In queste mie note voglio ringraziare gli organizzatori di Impronte, l’incontro internazionale di Urzulei (tenuto ad aprile in Sardegna) e quelli di Strisciando 2.0, che si terrà a Lettomanoppello dal 31 ottobre al 3 novembre. L’annuncio del secondo appuntamento è stato una piacevole sorpresa. Se una comunità come la nostra speleologica desidera ritrovarsi, vuol dire che c’è un sentito bisogno di scambio e condivisione.
Concludo esprimendo il personale orgoglio di fare parte di un’Italia Speleologica viva e vitale, sempre aperta collaborazioni con speleologi di altri Paesi, dove l’e-state ha regalato la notizia di due grandi esplorazioni: la giunzione, in Canin nel FVG tra il Complesso delle Erbe e il Complesso del Furan del Muss, con straordinari dati di estensione e sviluppo spaziale, e l’esplorazione speleosubacquea nel Supramonte Occidentale in Sardegna, che può davvero aprire la strada a nuove, sorprendenti scoperte.
Vincenzo MARTIMUCCI
Presidente della Società Speleologica Italiana