Questo è il tempo della responsabilità
Mentre scrivo questo editoriale sono in vigore, e in continua evoluzione, le misure per contrastare la diffusione del Covid-19, il Coronavirus. Tutto questo, ovviamente, cambia la gerarchia dei problemi, cambia la visione delle questioni. Si è speleologi, ma si è innanzitutto cittadini e ci si preoccupa degli effetti dell’epidemia, che non crea solo rischi e contagi, ma anche una diffusa percezione di incertezza. In questi anni il nostro Paese ha vissuto catastrofi durissime, pensiamo ai terremoti, alle esondazioni, alle frane, alle valanghe, dove agli eventi naturali spesso si sommano
la mancata cura dell’ambiente e un’antropizzazione poco consapevole. Ci torna alla mente il crollo del Ponte Morandi a Genova, dove le cause erano da cercare in una colpevole mancata valutazione del rischio dovuto all’usura data dal tempo e dalla protratta percorrenza di mezzi.
L’attuale epidemia ci disorienta; c’è qualcosa che non si vede, non si comprende a fondo e non si riesce a cogliere nell’effettiva diffusione e pericolosità. A fronte di questo si oscilla tra la sottovalutazione del fenomeno e comportamenti non precisamente razionali dettati dal panico. Tutto questo in un anno che doveva essere, per noi, momento di gioioso orgoglio, per questo settantesimo della Società Speleologica Italiana, che ci porta a considerare il valore di una storia con tanti protagonisti. E allora penso ai fondatori di SSI, riuniti a Verona nel 1950. Tutti, in diverse
situazioni, avevano conosciuto la guerra. Claudio Sommaruga era stato deportato in un campo di concentramento. Tutti erano passati attraverso lutti, perdite, scenari anche difficilmente immaginabili. Ma non avevano perso volontà e determinazione, non si erano fatti piegare dagli eventi.
Allo stesso modo supereremo anche questo tempo di incertezza e, in alcuni casi, di timore. Cambieremo date o modalità di corsi o convegni, osserveremo le regole impartite. Perché siamo tenuti a farlo, in ragione del nostro ruolo istituzionale e anche del doveroso rispetto di disposizioni a cui dobbiamo attenerci. Nel frattempo continua la vita della nostra Società, che quest’anno è chiamata ad eleggere i suoi organi di direzione e controllo. Qui faccio un appello che non è particolarmente originale, ma è profondamente sentito. Per dirigere SSI, oggi più che mai, servonopersone con attitudini al lavoro di squadra, capaci di mettere al servizio degli altri le proprie capacità, ma anche sensibili e con la voglia di mettersi in gioco. Qui non si ricevono i “mi piace” o i “cuoricini”. Qui ci si fa carico di una continuità e di un costante divenire, nell’interesse della Società e della speleologia tutta, italiana e non solo. Essere eletti a cariche sociali non porta a benefici materiali, espone a critiche, obbliga a un lavoro non di rado misconosciuto, ma al tempo stesso indispensabile. Cito, ad esempio, le coperture assicurative per i nostri soci, che non sono un mero servizio ma uno strumento indispensabile per le scuole e i corsi, per le attività di ricerca ed esplorazione, per le spedizioni.
Su www.speleo.it, il nostro sito, troverete condizioni assicurative più favorevoli ed estese ad altre attività legate alla pratica speleologica e alle attività di formazione, divulgazione, bonifica etc. Abbiamo anche migliorato alcune opzioni per la speleologia subacquea e i suoi corsi; tutto questo è frutto di un lavoro di contrattazione, spesso complesso e affatto facile, svolto nell’interesse dei nostri soci, singoli e gruppi. La direzione e l’organizzazione in SSI, anche in situazioni normali, non sono mai banali. Al tempo del Coronavirus tutto si complica, ma sapremo essere resilienti, ci adatteremo e riprenderemo il nostro cammino. Tutti insieme. Concludendo, da cittadino, rivolgo un pensiero a chi sta vivendo severi disagi e un ringraziamento a chi è in prima fila a fronteggiare l’emergenza.
Vincenzo MARTIMUCCI
Presidente della Società Speleologica Italiana