La frontiera del ghiaccio profondo: le spedizioni del progetto “Inside the Glaciers” in Groenlandia
Nell’ultimo decennio il ritiro dei ghiacciai è un fenomeno sotto gli occhi di tutti e in diretta relazione all’innalzamento medio globale delle temperature. Mentre vediamo lentamente sparire i ghiacciai delle Alpi, gli effetti più devastanti e più difficili da misurare, avvengono nelle calotte polari. La glaciologia moderna ancora fatica a comprendere l’importanza in tale bilancio di due fattori tanto invisibili quanto importanti: le cavità di drenaggio intra-sub-glaciali e la microbiologia.
La glacio-speleologia ebbe il suo sviluppo principale in Europa negli anni ’80. Le prime esplorazioni italiane al ghiacciaio del Gorner nel 1984-1986 dimostrarono le grandi potenzialità esplorative delle cavità glaciali. Nel 1989 iniziarono le esplorazioni francesi sulla costa occidentale della Groenlandia, ai margini della calotta glaciale che portarono alla scoperte di batteri adattati a quelle estreme condizioni. Nel 1999 sul lato orientale venne organizzata la prima spedizione italiana (vedi Speleologia 42).
Le spedizioni “Inside Greenland” 2017-2018 hanno dimostrato che una area ristretta della calotta è caratterizzata da un sistema di condotti allagati e bacini intraglaciali interconnessi. Le implicazioni di tale scoperta potrebbero sconvolgere i modelli di evoluzione della calotta attualmente considerati dalla glaciologia ufficiale. Le esplorazioni continueranno nei prossimi decenni, perché ancora troppe sono le domande senza risposta.
di Francesco Sauro, Alessio Romeo, Joseph Cook – articolo completo sulla rivista
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