Editoriale – La stagione dei congressi si è finalmente aperta
Prima Ormea poi Le Bourget du Lac.
Ormea: XXIII Congresso Nazionale di Speleologia dedicato a Giovanni Badino. Il filo conduttore è stato “La melodia delle grotte”. La melodia, come una voce amica, ci dispone ad ascoltare la grotta, a seguire il suo canto e ci insegna che la curiosità è la radice della conoscenza. “Una grotta nel ventre di una montagna è un immenso clarinetto. – scrive Giovanni – Come un qualsiasi strumento musicale a fiato tutte le cavità naturali sono percorse da grandi correnti d’aria che soffiano costanti producendo frequenze […] Quando uno soffia sull’orlo di una bottiglia ne trae una nota più grave o più acuta a seconda della forma, delle dimensioni e del contenuto”. Così le grotte. A Ormea, una nutrita schiera di giovani e di affermati ricercatori si sono succeduti per raccontare, spiegare, dimostrare le loro teorie e per mostrare con immagini e filmati cosa si cerca e come lo si fa, perché la speleologia ha bisogno di essere spiegata con immagini semplici ma efficaci. Quattro sessioni scientifiche, cinque sessioni per raccontare le esplorazioni in ambienti diversi, sette tavole rotonde: un programma nutrito e coinvolgente. 300 iscritti, età media 50 anni. Dove sono i giovani? Appunto, dai 400 partecipanti al congresso precedente, quello di Pertosa e Auletta, ai 300 di oggi.
Le Bourget du Lac, un imponente congresso internazionale al quale occorre dedicare largo spazio. Siamo partiti con l’intento di sbancare, e ci siamo riusciti, anche se la presenza dei nostri conterranei non è stata all’altezza delle attese. Pochi ma qualificati. Su 1294 partecipanti provenienti da 51 nazioni diverse, 60 italiani iscritti. Considerata l’importanza dell’evento e la relativa vicinanza, veramente pochi. Ma i pochi presenti hanno fatto uno splendido lavoro, presentando 46 ricerche e partecipando a tutti i simposi previsti. Le relazioni dei nostri giovani relatori hanno riscontrato un buon successo anche a giudicare dalle domande che sono state poste dopo la loro esposizione. La SSI ha cercato di incentivare questa partecipazione, mettendo a disposizione delle borse per sostenere le spese dei giovani partecipanti. Non tutte sono state assegnate e quanto non erogato verrà utilizzato per altri incentivi alla ricerca in ambito speleologico. Jo De Waele, Paolo Forti e Mario Parise, in rigoroso ordine alfabetico, sono stati onnipresenti con i loro lavori. Come si sa, il campo esplorativo italiano è largamente documentato sui social, a dimostrare la vivacità dei nostri speleologi. È mancata tuttavia la presenza di relazioni a questo convegno. Le esperienze devono servire ad altri per continuare nelle indagini quando ci saranno occhi nuovi e nuovi mezzi che permetteranno di andare oltre i nostri attuali confini. E lo stiamo già verificando: vecchie esplorazioni relazionate nei tanti numeri di riviste edite da SSI e dai gruppi sono servite da trampolino di lancio per nuove scoperte. Casa Italia è stata un successo, con 213 visitatori registrati, ma altrettanti anonimi, provenienti da 29 paesi diversi che hanno lasciato commenti lusinghieri. La mostra “Speluncarum Mirabilia”, i gioielli del Centro Italiano di Documentazione Speleologica Franco Anelli, ha sbalordito gli ospiti della rassegna, a cominciare dal fatto che le opere esposte fossero tutte originali. Non meno importanti altre due mostre: “Usi impropri(?)” e “Solfo e carbone”, allestite grazie alla Regione Emilia Romagna. Inoltre, la Federazione Speleologica Pugliese ha dato il suo contributo esponendo splendide immagini delle sue più belle grotte. E per finire, nella saletta delle proiezioni, si sono succeduti filmati realizzati da associazioni e da gruppi italiani: Cave Sciences Pills, Timavo System Exploration, La Spunnulata de la Pajara, Esplorazioni nel Cocito, Progetto Albanus, Al Berger. “Speleomedit”, dopo le mostre in Italia e in Spagna, è sbarcata a Le Bourget du Lac, dove è stata visitata da un numero considerevole di congressisti. Si è registrato però un atto vandalico sul manifesto relativo a Israele. Tanti i premi ricevuti: La Venta e Francesco Sauro hanno fatto il pieno con quattro gratificazioni, Tetide ha vinto il premio France Habe Prize 2022, il Film Aouk ha ricevuto una menzione speciale, Luisa Dainelli e Alessandro Marraffa sono stati i vincitori italiani delle borse messe in palio dalla FSE. Elezioni UIS: i risultati hanno ripristinato la presenza dell’Italia in questo organismo da cui mancava dalle precedenti elezioni tenutesi al congresso di Sydney del 2017, quando due candidature italiane si erano contrapposte, creando un notevole imbarazzo. Mario Parise è stato eletto alla prima votazione nel Bureau UIS e a lui vanno i nostri migliori auguri e complimenti. Francesco Maurano è stato incaricato di occuparsi del sito web della Federazione Speleologica Europea. Festeggiato a lungo e circondato dall’affetto di tutti gli speleo, Arrigo Cigna si è congedato dai consessi internazionali. Ma chissà! Ultima annotazione, la capsula del tempo, nella quale abbiamo raccolto testimonianze di oggi e che sarà riaperta nel 2091. Chi ci sarà? Tornando all’anno in corso, ci aspetta il Seminario sui monitoraggi a Dorgali: riprendendo il pensiero di Giovanni, la capacità di analizzare e comprendere la dinamica dei flussi d’aria e, perché no, d’acqua all’interno dei complessi carsici, è un potente strumento per aprire prospettive esplorative in nuovi orizzonti sotterranei. Questo è il futuro della speleologia.
Sergio ORSINI
Presidente della Società Speleologica Italiana