Editoriale – Assemblee e raduni: un binomio che si tramanda da decenni
Ai raduni partecipano in migliaia, alle assemblee qualche decina (veramente pochi). Qualcosa non va. I raduni servono per scambiare informazioni, conoscersi, confrontarsi, fare progetti. Sono diventati un appuntamento imprescindibile e quando non ci si è potuti trovare a causa della pandemia sono stati attesi con trepidazione dall’intera comunità speleo.
Lo speleobar si può considerare una sorta di chat analogica alla quale però prendono parte tutti, finalmente reale e non virtuale, come trasformare un post scritto sui social in un articolo. Tante idee si formano nei raduni, dove si ipotizzano nuove tecniche, si raccontano nuove scoperte e si fa il punto su tutto quello che è in ballo. Si presentano volumi, lavori, film. Sono un palcoscenico dove attori e registi mettono in scena il lavoro diligentemente svolto e concluso. Anche un’assemblea serve per dare informazioni, confrontarsi e fare progetti.
Cagli è andata purtroppo secondo le aspettative. All’appello dello speleobar hanno risposto in 1600, e siamo davvero contenti, all’assemblea SSI solo 29 (comprese le deleghe). Sconfortante. Encomiabile il lavoro svolto dal comitato organizzativo, che in tre mesi ha messo a punto una logistica che fino a ora ha richiesto dai 12 ai 16 mesi di preparazione. Il tutto condito da una alluvione e da un terremoto.
Il programma.
Una tavola rotonda sulla sicurezza negli attrezzi di progressione: partendo dal “libro giallo” Resistenza dei materiali speleo-alpinistici, del 1989, che rimane un caposaldo della speleologia italiana, oggi le attrezzature non sono cambiate, in linea di principio. Certe scelte di modifiche anche minimali possono però rendere pericolosi certi attrezzi. Anche le corde sono cambiate nel tempo, sebbene non ce ne fossimo accorti: quindi parliamone, confrontiamo le informazioni che abbiamo raccolto.
A questo raduno si è data molta rilevanza allo stato delle ricerche sulle microplastiche, sulle nanoplastiche e sui rischi ecotossicologici associati all’esposizione ai nanomateriali ingegnerizzati per gli organismi eucarioti. È una ricerca per la salute di tutti.
Si è parlato di slow speleology: giustamente è stato fatto notare che la ricerca spasmodica di record è spesso preponderante rispetto alla sete di conoscenza e alla voglia di capire. Una visita lenta e oculata metterà in evidenza molto più della sola profondità o lunghezza di una grotta. Bisogna vederla con occhi nuovi, capire come si è formata, come si è evoluta. Apprezzeremo di più il mondo
che stiamo attraversando.
Ancoraggi: nuove tecniche sostenibili. Ho sempre ripetuto in tutti i miei interventi che le grotte vanno attraversate in punta di piedi, senza intervenire sul loro equilibrio naturale, e senza lasciare traccia del nostro passaggio. Quando entriamo in una grotta molto frequentata, ci troviamo di fronte a quantità industriali di fix, spit (ancòra!), cordini e tanto altro. Come ridurre questo impatto? Attendiamo il risultato prodotto da questo interessante incontro.
La Commissione scuole si è riunita per confrontarsi e rinnovarsi. Anche le altre commissioni hanno bisogno di un restyling: in questo ultimo anno del nostro mandato vogliamo ricreare la dinamicità di un tempo, finanziandole, rinnovandole nei loro membri, in modo che linfa nuova venga iniettata per dare nuova energia.
Un altro aspetto importante è quello della documentazione. Si sta perdendo il piacere della scrittura: tavole rotonde e workshop hanno affrontato questo problema, ma quale può essere la soluzione? Corsi di III livello con questo fine sono stati già organizzati parecchi anni fa: è ora di riprendere questo progetto per rendere esploratori e osservatori del nostro fantastico mondo meno restii a trasferire tutto quello che vedono su un foglio bianco. Sia che scrivano su una rivista di gruppo, sia che vogliano vedere un loro lavoro stampato su una rivista nazionale; l’importante è che scrivano, anche male e disordinatamente ma che scrivano, qualcuno darà una mano per rendere più ordinati i loro pensieri. E poi ancora, relazioni sulle esplorazioni e gli studi su cavità naturali e artificiali nazionali e internazionali, mostre, giornate di studio, didattica, il vasto programma di Cagli ha abbracciato tutto lo scibile speleologico. Rick Stanton, ospite dell’organizzazione, dopo la proiezione del suo film, non si è sottratto alle domande del pubblico e ha presentato Acquanauta. La mia vita sotto la superficie, la sua autobiografia con il racconto di quarant’anni di esplorazioni speleosubacquee in versione italiana, che verrà presto pubblicata.
All’indomani di tutte queste nuove occasioni di confronto, vogliamo dare un nuovo impulso alla speleologia e porre in risalto il suo carattere scientifico, che è sconosciuto ai più. Quindi “ricerca” e “visibilità” saranno le parole d’ordine del 2023. Dalla pubblicità che otterremo, scaturiranno altri progetti, assumeremo l’importanza che meritiamo e sarà, forse, più facile assicurarsi altri finanziamenti. Dobbiamo far sapere alla società in cui viviamo che il passato, il presente e il futuro passano per le grotte, e gli speleologi ne sono custodi e mentori. Come vedete, la SSI vuole fare
molto per voi: cosa potete fare voi per lei?
Sergio ORSINI
Presidente della Società Speleologica Italiana